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Coronavirus appartengono ai virus denominati Quasispecies, ovvero che a dispetto del loro piccolo RNA hanno un grande numero di variazioni genomiche dovute ad un alto tasso di mutazioni.

I Coronavirus identificati finora appartengono a sette sierotipi: quattro di essi ( 229E coronavirus alpha, OC43 coronavirus beta, NL63 coronavirus alpha e HUK1 coronavirus) sono i responsabili del comune raffreddore; poi ci sono quelli (MERS-CoV beta e SARS-CoV beta ) responsabili delle due epidemie, la prima in Arabia Saudita, non ancora debellata del tutto, e la seconda in Africa ; infine il 2019-nCov beta che  è il responsabile della nuova epidemia denominata COVID 19.

L’origine della infezione nell’uomo, secondo le analisi genetiche e dai confronti con le sequenze di altri coronavirus da diverse specie animali sembra essere originato da pipistrelli, ma che vi sia un altro animale ancora da identificare che ha agito come una specie di trampolino di lancio per trasmettere il virus all’uomo. Nel passaggio all’uomo a tutt’oggi sono state identificate 8 mutazioni genetiche, 6 nella Spike protein e 2 nel sito di clivaggio che gli hanno permesso, dopo il salto di specie, di legare facilmente i recettori ACE 2 delle vie respiratorie e presenti anche a livello intestinale e una mutazione chiave nel gene che codifica una proteina che si aggancia ai recettori delle vie aeree superiori umane (HA -emoagglutinina).

Le porte di ingresso del virus sono probabilmente molteplici, difatti molto spesso la prima sintomatologia sono una faringodinia o sintomi gastrointestinali come riscontrato spesso nei bambini, quindi un ingresso oro fecale che si aggiunge alle vie ben più frequenti che sono il naso e la gola.

Ma non è automatico che ad ogni infezione virale consegua una malattia e che questa malattia diventi anche una pandemia, e che sia anche una malattia “ad alta letalità”.

Con questo nuovo virus, probabilmente per fattori concomitanti ancora tutti da accertare, si sono verificate condizioni che hanno portato a patologie gravi assimilabili ad una “reazione da tempesta di citochine”.

La patologia più rilevante del coronavirus e senz’altro la polmonite e l’ARDS( sindrome da distress respiratorio acuto) con presenza di emorragia focale, necrosi, fibrosi interstiziale, orletti mucoidi e infiltrazione del virus nel citoplasma alveolare, ma al contempo vi può essere un danno a livello splenico con emorragia focale e necrosi a livello della milza stessa, del cuore, del fegato, necrosi renale e surrenale; talvolta edema a livello del tessuto cerebrale.

Uno dei primi sintomi può essere la congiuntivite e quindi gli occhi stessi sono implicati nella patologia del coronavirus. La diagnosi differenziale viene fatta col mycoplasma pneumoniae, con l’adenovirus e con RSV (virus respiratorio sinciziale).

Gli indicatori di allarme sono molteplici, e basta citare i linfociti che diminuiscono progressivamente nel sangue periferico, l’Interleuchina 6 e la Proteina c reattiva in aumento, così come la lattato deidrogenasi in aumento, di transaminasi,aumento di D- dimero e troponina,e infine la sofferenza progressiva del polmone, fattori che implicano un immediato isolamento del paziente e possibilmente l’ intervento di una rete di esperti, che in Cina prevede anche l’intervento del medico di Medicina Tradizionale cinese, che forniscono un ventaglio di cure oramai simili in gran parte del nostro mondo.

Molti esperti stanno osservando l’importanza delle formazioni trombotiche a livello polmonare, cerebrale che conducono ad una osservazione importante circa la vasculite trombofilica virale . Comunque i sintomi di allarme restano ad oggi la febbre, la tosse e i sintomi respiratori crescenti e la terapia come dicevamo viene attuata con antivirali, con tocilizumab (anticorpo monoclonale che blocca l’Interleuchina 6 coinvolta nell infiammazione acuta polmonare ) con avigan, ecc.

Presidi fondamentali nelle terapie severe sono l’ossigenoterapia, la riabilitazione polmonare, la immunoterapia e la plasmaterapia nell’ insufficienza renale, In Cina viene praticata nei bambini la immunoglobulina intravenosa nei casi gravi. Se vi è un progressivo deterioramento degli indici respiratori viene anche somministrato il cortisone per 5 giorni.

La chiave di lettura per questo virus si potrebbe condensare in modo filosofico in tre punti:

Presidi utili in medicina integrata

Affiancare la Medicina Integrata alla Biomedicina, come abbiamo visto fare in vari ospedali cinesi, può essere estremamente utile in diverse fasi di questa pandemia, escludendo l’approccio al malato acuto poiché nella fase acuta polmonare diviene improbabile per ora, nella nostra realtà italiana, agire con i mezzi terapeutici della medicina complementare.

Ma potrebbe essere estremamente utile integrare con le medicine complementari in modo preventivo per il rinforzo del sistema immunitario e la riduzione dei livelli dell’infiammazione sistemica, oppure per l’appoggio terapeutico in quei pazienti con sintomi modesti ( nausea/vomito/astenia/ faringodinia); infine sostenendo la popolazione soprattutto per quello che riguarda la qualità di vita del post malattia, dove il distress respiratorio sembra essere una sequela frequente dell’infezione da 2019-nCov beta.

Infine, da non trascurare la possibile azione di sostegno psico-emotivo con le medicine complementari e il controllo delle comorbilità (ipertensione,, diabete, tumori , altre patologie) per sostenere la persona nel suo aspetto globale .

SI POSSONO PRENDERE QUINDI IN CONSIDERAZIONE SIA NELLA PREVENZIONE CHE AI PRIMI SINTOMI:

NUTRIZIONE

COVID-19 e Medicina tradizionale Cinese

La medicina tradizionale cinese alla luce delle antiche esperienze che riguardano le aggressioni virali aveva già contribuito alla terapia della SARS ,dell’influenza aviaria e del virus Ebola .

Già nel 219 dopo Cristo si parla in Cina di epidemie e relativa terapia. Difatti il primo testo che fa cenno ad eventi epidemici e del terzo secolo avanti Cristo e si chiama nei jing.

Il testo più famoso che cita questo tipo di eventi e fornisce ricette di fitoterapia adottate anche ai nostri giorni si chiama SHANG HAN LUN ed e stato scritto nel secondo secolo dopo Cristo da ZHANG ZHONG JING.

Nel 1600 si parla del trattamento e della patogenesi della peste nel WEN YI LUN o trattato sulle pestilenze ad opera di WU YOU KE (1582-1652) nel quale si affronta il fenomeno dei soffi violenti WEN YI.

Sempre in quest’epoca si esegue in Cina, fra le prime nazioni del mondo la vaccinazione per la prevenzione del vaiolo.

Gli esperti di medicina cinese che hanno contribuito attualmente In Cina alla cura del COVID-19 sono concordi nel definire in maniera classica la patologia del coronavirus come una Sindrome da calore umidità con rilevante deficit dei liquidi organici JIN YE e presenza di un’ alterazione degli zang fu nella loro quasi totalità i segni ispettivi sono la lingua che si presenta quasi sempre gonfia con patina gialla spessa e presenza evidente di calore e umidità tossiche.

Il polso è scivoloso e vuoto in profondità, e presenta una stasi di sangue (XUE) con spiccata alterazione dell’energia (QI) del polmone: la definizione più opportuna in medicina cinese è sindrome TAE YIN.

Diviene fondamentale attuare la terapia classica di purificazione del polmone, di rimozione del falso calore, di stimolazione dei liquidi organici fortemente in deficit, di tonifica azione del sistema milza pancreas che regola per la medicina cinese il sangue e la sua distribuzione nei vasi.

Le modalità di terapia in questo caso può essere modulata con varie tecniche della medicina cinese a seconda della gravità dei sintomi: le ginnastiche respiratorie quali il Qi Gong e il Tai chi chuan si possono applicare in fase di prevenzione mentre l’agopuntura e soprattutto la fitoterapia hanno avuto uno spazio di rilievo nella condivisione che la medicina classica occidentale ha condiviso con i medici cinesi.

PROTOCOLLO DI MTC IN AGOPUNTURA NEL CORONAVIRUS

17bl- . Punto di riunione del diaframma, fondamentale per la produzione dei JINye e per la mobilizzazione del sangue

26ki. Punto che raffredda il calore tossico del polmone e idrata la zona toracica promuovendo l’espulsione del muco

5 lu Punto di raffreddamento del calore umido che ristagna nel riscaldatore superiore

1lu. Punto che dinamizza l’albero respiratorio impedendo agli alveoli di collassarsi e contemporaneamente mobilizza i ristagni permettendo una migliore ossigenazione del paziente

36 st. Di grande punto di grande sostegno ho energetico dell’organismo, facilita la secrezione di endorfine e sostiene la milza

PROTOCOLLO DA ALTERNARSI AL PRECEDENTE

17cv. Maestro dell’energia che contempla l’equilibrio fra l’aspetto termico e idrico della parte toracica essendo un punto di incontro fra pericardio e triplice riscaldatore APRE il TE superiore

12cv. Punto che rappresenta la partenza del meridiano del polmone e contemporaneamente l’attivazione di milza e del riscaldatore medio PUNTO di riunione dei visceri

7cv. Apre il riscaldatore inferiore

2TE. Attivazione della via delle acque

40 st. PUNTO Maestro anti catarro e anti umidità

PROTOCOLLO PER AFFEZIONE ALLA GOLA

7lu 23cv 6ki 14gv

PROTOCOLLO PER AFFEZIONE OCULARE

2bl 4li 3lr 14gv

PROTOCOLLO PER DISORDINI INTESTINALI

10 li 37st 12cv 25st

In Cina i punti che sono stati impiegati con la finalità di regolare la tempesta di citochine e sono stati soprattutto trattati in caso di sepsi, indotta da coronavirus sono i seguenti: 36 stomaco, 37 stomaco, 4 grosso intestino, 10 grosso intestino.

A livello auricolare sono stati trattati i punti polmone, cuore, rene, intestino tenue. Laddove sia stato possibile sono stati impiegati il 25 stomaco il 6 vaso concezione il 5 polmone, il 6 pericardio stimolati a bassa frequenza (3- 4 Hz) con onda continua per 30 minuti. L’obiettivo era finalizzato alla regolarizzazione della Interleukina 6, della interleukina 1 e del TNF Alfa.

FITOTERAPIA CINESE

I prodotti fitoterapici maggiormente usati in Cina in seguito all’ affezione del COVID19 sono le capsule di LIAN HUA QING WEN che presentano effetti antivirali ed antibatterici ad ampio spettro.

Già utilizzate per le infezioni da virus respiratori come la Sars e la Merz sono un preparato che contiene molteplici erbe che altro non sono che antinfiammatori delle prime vie respiratorie con una spiccata azione antispastica. La presenza di efedra, lonicera , forsizia , caprifoglio , mandorla , rabarbaro , rhodiola, mentolo , liquirizia: attiva le cellule immunitarie, migliora la fagocitosi, induce la produzione di citochine, modula la saturazione di ossigeno, migliora la dispnea.

Altro prodotto molto usato in Cina è un decotto chiamato QING FEI PAi DU TANG.

Questo prodotto viene raccomandato a livello nazionale ed è molto usato negli ospedali cinesi di INTEGRATED CHINESE AND WESTERN MEDICINE Deriva da quattro diverse prescrizioni classiche, congiunte in un unico prodotto,sono state formulate nel secondo secolo dopo Cristo. Contiene 21 erbe e dà come risultato primario l’eliminazione della tosse.

Qing Fei Pai Du Tang Formula Composition

Di seguito sono riportate le 21 erbe della formula ufficiale completa COVID-19 approvata dallo Stato, compresa la quantità di erbe nel decotto:

• Ma Huang (Ephedra stem) 9g

• Zhi Gan Cao (Prepared Chinese licorice root) 6g

• Ku Xing Ren (Apricot seed) 9g

• Shi Gao (Gypsum) 15-30g

• Gui Zhi (Cassia twig) 9g

• Ze Xie (Asian water plantain rhizome) 9g

• Zhu Ling (Zhu ling sclerotium) 9g

• Bai Zhu (bai-zhu atractylodes rhizome) 9g

• Fu Ling (Poria sclerotium) 15g

• Chai Hu (Bupleurum root) 16g

• Huang Qin (Barbed skullcap root) 6g

• Jiang Ban Xia (Pinellia rhizome cured with ginger) 9g

• Zi Wan (Tartarian aster root) 9g

• Sheng Jiang (Fresh ginger rhizome) 9g

• Kuan Dong Hua (Coltsfoot flower bud) 9g

• She Gan (Belamcanda rhizome) 9g

• Xi Xin (Chinese wild ginger root & rhizome) 6g

• Shan Yao (Chinese yam rhizome) 12g

• Zhi Shi (Bitter orange immature fruit) 6g

• Chen Pi (Tangerine dried rind) 6g

• Huo Xiang (Chinese giant hyssop aerial part

RICERCA RECENTE

Recentemente grazie alla presenza di una delegazione di medici cinesi della provincia di FUJAN siamo venuti a conoscenza di una composizione di erbe usata durante il picco del coronavirus in Cina negli ospedali pubblici insieme alla medicina classica.

Alcuni dei prodotti suggeriti non possono essere somministrati In Italia e grazie alla consulenza dei nostri amici ed esperti di medicina cinese come Lucio Sotte e Massimo Muccioli si è arrivati a formulare un prodotto che possiede delle qualità estremamente opportune al coronavirus che si trova nella nostra realtà nazionale.

Per fare un esempio di biodiversità in Italia sono spesso presenti come sintomi l’anosmia e ageusia assenti in altre realtà internazionali.

L’ auspicio è rendere ben presto questa formula gestibile da medici che la potranno prescrivere laddove venga resa ben presto fruibile e prescrivibile.

Huo Xiang藿香(Herba Pogostemonis) 6g  5%

Chai Hu柴胡(Radix Bupleuri) 6g   5%

Qian hu Peucedanum praeruptprum 9g   7,5%

Huang Qin黄芩(Radix Scutellariae) 12g    10%

Jin Yin Hua银花(Flos Lonicerae Japonicae) 12g     10%

Lian Qiao连翘(Fructus Forsythiae) 12g    10%

Xuan shen Scrophularia nigpoensis 15    15%

Huang Qi生黄芪(Radix Astragali) 12g    12,5%

Bai Zhu Radi Atractylodis 9    7,5%

Fang Feng Radix Ledebouriellae 9   7,5%

Chen Pi陳皮(Pericarpium Citri Reticulatae) 6g   5%

Gan Cao Glycyrrhiza Uralensis 6     5%

Dosaggi in estratto secco: 5g al mattino come prevenzione; ai primi sintomi aumentare la dose a 5g al mattino e 5g a mezzogiorno.

Dosaggi in capsule: 2 cps da 500mg almeno tre volte al giorno è accettabile come sola prevenzione. Ai primi sintomi almeno 3 cps tre volte al giorno.

A tutto questo va aggiunto come valore ulteriore la dote innata dell’empatia che per un operatore sanitario diviene uno strumento di grande ausilio all’atto di opporsi a questo grande trauma che ferisce corpo e anima.

di Franco Cracolici